Pensiero laterale: come pensare fuori dagli schemi

Il pensiero laterale è attrattivo.

Pensiero laterale: come pensare fuori dagli schemi

Serve il pensiero laterale per dirigere un’azienda al successo?


Chi sono e quali caratteristiche hanno le persone che sanno ragionare fuori dagli schemi?

È sempre più evidente che nelle imprese sono necessarie figure che adottino il pensiero laterale, le uniche in grado di cambiare le “regole del gioco”, dopo che sono cambiate le “regole del mercato”.

Per affrontare il nuovo che avanza servono persone che sappiano vedere qualcosa che gli altri, i più, non vedono ancora e indirizzarne il percorso alla realizzazione.

Quali sono le caratteristiche che devono avere questi “folletti” per muoversi negli scenari della trasformazione digitale?

Vengono classificati come pensatori laterali perché sanno utilizzare al meglio la parte destra del cervello, quella creativa. È questa dote che li aiuta a ragionare fuori dagli schemi.


Ti faccio un esempio di soluzione laterale applicata. in Australia la telefonia pubblica è gratuita. Gli utenti però ne stavano approfittando tenendo occupato per molto tempo le postazioni telefoniche pubbliche. Il problema posto dall’amministrazione è stato:

“come accorciare il tempo di utilizzo del telefono senza toccare la gratuità del servizio e senza porre un limite fisico alla telefonata?”

immaginati tutte le soluzioni possibili, quelle che ti possono venire in mente… bene: sai qual è stata la soluzione vincente?

Appesantire il terminale del telefono, la cornetta. È bastata questa semplicissima soluzione per risolvere il problema senza spostare di una virgola nulla di quello che c’era se non sostituire le cornette. È l’utente che applica la soluzione, da solo, a sua insaputa. Geniale! Spettacolo!

L’amministrazione australiana ha posto un problema cercando una soluzione fuori dagli schemi. Chissà quante idee ovvie e scontate avrà ricevuto, si sarà stancata di selezionare soluzioni ovvie, scontate, che risolvevano il problema creando frizioni di altro tipo. Quella che ti ho presentato, come ti ho detto, era attuata dall’utente senza nessuna imposizione o clausola. Cornetta più pesante uguale meno tempo al telefono. Easy!

In questo caso l’interlocutore amministrativo era predisposto all’innovazione. Qui apro il tema delle persone con cui ti trovi – ci troviamo – ad interagire.


Ho letto una ricerca sul  Sole 24 Ore dal titolo

Gli innovatori possiedono il talento del pensiero laterale

Ricerca pubblicata dal Sole24ore sulle nuove opportunità lavorative per gli innovatori.

La buona notizia è che viene messo in evidenza il dato che anche in Italia ci stiamo mettendo al passo con il resto del mondo sulle tematiche innovative – “ma”  – mancano circa 3.000 innovatori per sopperire alle altre richieste.

Benissimo che si sia iniziato a parlare di queste figure, gli innovatori – ma allora – perché non includere in queste nuove ricerche di persone anche i cervelli laterali quelli che ragionano “fuori dagli schemi”?


Come creare l’ambiente… come creare il momento magico in cui ragionare fuori dagli schemi? Esiste una condizione specifica?

Ad esempio: io mi troverei a mio agio in una stanza insonorizzata, molto colorata, profumatissima e con una grande finestra panoramica da cui vedo un lago… e tu, dove ti esprimeresti al meglio?

Se sei un imprenditore avrai già espresso il desiderio di avere in azienda un “personaggio” di questo calibro.  

Immagino il “pensatore” come uno che non si accontenta delle pratiche comuni, o del quotidiano, ma cerca la sfida, l’unicità dell’opportunità, ed è capace di vedere molto in prospettiva. Non lo immagino un “sognatore“, ma un “concreto realizzatore”, una persona pragmatica che si mette in gioco e che crede totalmente nella sua idea, che prova in tutti i modi a svilupparla con tutti i mezzi possibili, fino a quando riesce a vederla realizzata.

Sto parlando di una figura che riesce a cambiare le regole del gioco, che riesce a pensare fuori dagli schemi, a sfidare i limiti in azienda. Usando tanta fantasia.

Associare la metro linea gialla ad una banana: geniale

Un’idea nata da un pensiero laterale


In un vecchio articolo di Forbes del 2012 ho letto le 6 caratteristiche per creare un momento laterale. Te le presento perché anche tu le possa ricreare nel tuo ambiente:

1 – SEMPLICITÀ

Il pensatore identifica opportunità semplici, facili da sviluppare fino ad avere un prodotto funzionante e facile da testare con l’utente finale. Focalizzarsi sulle cose semplici fa risparmiare risorse.

2 – SIGNIFICATIVITÀ

La soluzione deve significare qualcosa per il tuo cliente. Il ruolo del pensatore laterale dev’essere quello di definire se un’opportunità da cogliere ha un valore e un impatto.

3 – ATTUABILITÀ

Il pensatore trova opportunità attuabili e fattibili. È in grado d’identificare il percorso che l’opportunità deve fare per trasformarsi in un nuovo prodotto, e presentarlo sul mercato.

4 – RELAZIONALITÀ

Le nostre aziende sono fatte di persone, e l’innovazione avviene soprattutto grazie ad esse. Il pensatore laterale dev’essere in grado di fare rete, creare relazioni, creare collaborazioni, per far sì che l’opportunità possa svilupparsi.

5 – TRASFORMABILITÀ

Il pensatore è colui che porta il cambiamento. È un trascinatore, le persone con cui interagisce lo seguono e lo reputano un leader del cambiamento e della trasformazione, riconoscendone il ruolo di modello d’innovazione.

6 – SCALABILITÀ

Qualsiasi cosa comporti un cambiamento, un’innovazione, alla fine deve essere scalabile e sostenibile. Dev’essere in grado d’individuare la scalabilità, che significa come rendere l’idea parte integrante del business, fare volumi, e renderla ripetibile.

Queste 6 caratteristiche sono il terreno fertile su cui può operare al meglio il nostro pensatore laterale ideale. Sono anche le condizioni necessarie per innovare e ricercare continuamente nuove opportunità.


Conclusione

Sono sicuro che questi pensatori possano esprimersi in ambienti con un altissimo “grado di libertà”, dove hanno la possibilità di seguire un processo di innovazione non convenzionale. La mia speranza è d’incontrarne “uno” in ogni azienda che visito.

Lancio questa “sfida” a chi si occupa d’innovazione in azienda: proviamo a lavorare insieme per capire quale sia lo stato dell’arte di queste figure all’interno delle aziende italiane, perché se è vero che mancano tremila innovatori, certamente mancano altrettanti pensatori.

E ora più che mai c’è bisogno di formare queste nuove figure, proprio a fronte dei nuovi scenari che la trasformazione digitale, l’industria 4.0, l’open innovation, l’intelligenza artificiale, la blockchain e simili stanno creando. Io ci sono.

Ci proviamo? Spettacolo!


A cura della redazione di Giroidea.it – ©2018

 

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